giovedì 9 marzo 2023

Percorso Internazionale I Mulini del Gusto - Farine d’Italia Farine di Mais (II)

  Polenta Taragna e Pizzocheri

Ci è sembrato interessante trattare specificamente questo argomento, perché sembra documentare un periodo di introduzione del Mais nei nostri usi alimentari.

Infatti, premesso che la polenta (puls), composta da un impasto di acqua e farine (soprattutto di farro o fave) era un alimento tradizionale dei Romani fin dai tempi più antichi, venendo ai tempi dell’introduzione del Mais in Italia è verisimile affermare che, soprattutto nelle valli montane allora più povere, l’uso del Mais non fosse così frequente, ma venisse usato come farina assieme ad altre più tradizionali (e meno costose!) come il Grano Saraceno.

Da ciò nacquero probabilmente i piatti-simbolo della Valtellina: la Polenta Taragna ed i Pizzoccheri.

Quanto alla prima, si tratta di una polenta (tipica della Valtellina e delle Valli Bergamasche), ottenuta dall’impasto di farine di mais e di Grano Saraceno, (che conferisce il tipico colore bruno ed il sapore deciso), oltre che da formaggi locali (nella Valtellina classico è il Casera).Quanto al curioso nome, esso deriva da “tarai”, ovvero il bastone utilizzato per girare la polenta (“tarare” in dialetto valtellinese).

Polenta Taragna




Oltre che per l’indimenticabile sapore, questo piatto è particolarmente interessante anche da un punto di vista alimentare, perché il Grano Saraceno, con la sua ricchezza di nutrienti, tra cui le vitamine del gruppo B, arricchisce ed integra le sostanze contenute nel Mais (non parliamo poi degli altri ingredienti come il formaggio!)


Polenta taragna

Dosi per: 4 persone

Ingredienti

  • Farina per polenta Taragna : 500 gr (oppure 200 gr. di Grano Saraceno e 300gr. di mais)

  • Burro: 150 gr

  • Acqua: 2 l.

  • Formaggio Casera:300 gr

  • Sale q.b.

Versare l’acqua in una casseruola e, raggiunta l’ebollizione, aggiungere il sale e versare la farina, mescolando in continuazione per evitare la formazione di grumi. Cuocere per circa 60’ o per il tempo indicato sulla confezione della farina, mescolando in continuazione finché l’impasto non sarà denso e corposo. Tagliare a cubetti il formaggio e il burro e aggiungerli alla polenta, mescolando accuratamente finché il formaggio non sarà ben sciolto. Al termine la polenta dovrà avere una consistenza liscia e setosa. Disporre infine la polenta in un piatto da portata e servire caldissima.

Quanto ai Pizzoccheri, rimando all’articolo precedentemente pubblicato: https://comunicareperesistere.blogspot.com/2023/01/la-montagna-dellinformazione-sala.html


Gianluigi Pagano

mercoledì 15 febbraio 2023

La Via delle Buone Cose - Le degustazioni di Borghi d’Europa Osteria Antica Guizza - Conegliano (TV)

 





L’Osteria Antica Guizza è uno storico locale lungo via Costa, la strada che dal Castello di Conegliano (TV) porta a San Pietro di Feletto. Oggi nei suoi locali, che dopo la recente riapertura sono stati completamente rinnovati, possiamo ritrovare l’accoglienza e l’ospitalità delle vecchie osterie, dove si potevano degustare le specialità della tradizione culinaria trevigiana: la pasta e fagioli, i nervetti, la zuppa di trippe, ecc. ma che erano anche luoghi di incontro, di aggregazione e socializzazione dove si beveva un bicchiere di vino e si giocava a carte. L’obiettivo dei titolari dell’Osteria Antica Guizza è quello di raccontare ed interpretare il territorio collinare, anche attraverso una scelta attenta delle materie prime ed una accurata proposta dei vini. La selezione di formaggi e salumi e gli ingredienti del menu del giorno, provengono da piccole realtà produttive locali. Una cucina a Km Zero che valorizza la qualità della produzione locale, nel rispetto della stagionalità.

Lunedì 30 gennaio 2023, i giornalisti della redazione dell’associazione culturale Borghi d’Europa e della rivista Degusta, si sono dati appuntamento per i dialoghi itineranti su cibo, vino, territorio e sostenibilità all’Osteria Antica Guizza.

Questi i rappresentanti delle cantine e delle aziende che hanno partecipato all’incontro: Franco Adami titolare della Adami Spumanti di Colbertaldo di Vidor (TV)Denis Boscaratto titolare dell’Azienda Agricola Terre Boscaratto di Susegana (TV)Martino Zanetti fondatore di Col Sandago di Susegana (TV)Giacomo Zaninotto della Società Agricola Gli Allori di Conegliano (TV) e Vincenzo Agostini della Distilleria Le Crode di Quero Vas (BL).

La storia del vino è una storia antica; ogni vino ci racconta la connessione fra natura, cultura e tradizioni. Non sempre conosciamo realmente i luoghi dove è nato e la storia degli uomini che lo hanno prodotto. Per poter narrare delle storie vere, è indispensabile incontrare i vignaioli e conoscere direttamente la loro filosofia produttiva ed il lavoro che svolgono in vigna ed in cantina, un approfondimento del territorio con etichette selezionate. Durante l’evento abbiamo ascoltato testimonianze che ci hanno parlato anche di viticoltura eroica e del terroir unico dei vigneti scoscesi delle “Rive” - comprese nella zona di produzione della denominazione Conegliano - Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG - e dell’antico e raro vitigno Wildbacher, cantato da Luigi Veronelli.

Ecco alcuni dei vini degustati:



Wilbacher Colli Trevigiani IGT 2015 – Wildbacher 100% – alc. 13,5% vol. (bottiglia n. 327/3800)

Col Sandago – Susegana (TV)



Note di Degustazione

Rosso rubino intenso. Naso fine ed elegante che si apre con profumi di frutta rossa, prugne in confettura e sotto spirito, leggere note di scorza d’arancia ed erbe aromatiche, in chiusura aromi speziati e sentori di sottobosco. Un vino pieno, ampio, aristocratico ed equilibrato, dai tannini satinati. Di lunga persistenza.

Abbinamento

Filetto di maiale con prugne e patate.

Note Tecniche e Generali

Martino Zanetti, l’imprenditore alla guida del Gruppo Hausbrandt, ci ha spiegato che ha voluto puntare sui filari di questo vitigno, scoperti nella sua tenuta di Col Sandago in Susegana (TV). Il Wildbacher, il cui nome in lingua tedesca significa “ruscello selvaggio, non imbrigliato”, è un vitigno a bacca rossa originario della Stiria occidentale. Considerato un autoctono trevigiano, è stato introdotto in maniera significativa nella Marca Trevigiana solo agli inizi del Novecento, anche se i Conti Collalto di Susegana lo coltivavano da diversi secoli. Nell’anno 1980 è stato iscritto nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite.

La particolarità del vitigno, che nel territorio collinare di Susegana ha trovato la sua giusta identità, è quella di essere una pianta rustica, in grado di sopportare bene i freddi primaverili e di buona vigoria; l’epoca di maturazione è generalmente tardiva grazie anche alla consistenza e resistenza delle sue bucce. Il Wildbacher, di Col Sandago, come racconta Martino Zanetti, è un vino raro, prodotto per passione, una produzione annua di appena 4.000 bottiglie. Nella vigna di tre ettari e mezzo, situata a circa 300 metri di altitudine, le piante delle viti godono di un microclima ottimale. In un’ottica di ricerca della qualità la decisione agronomica è di limitarne la resa a soli 65 quintali per ettaro. In cantina il vino matura 24-30 mesi in fusti di rovere da 500 litri, in parte nuovi ed in parte di primo e secondo passaggio, ed affina in bottiglia 12 mesi; un percorso che gli dona maggior espressività ed una maggior complessità olfattiva e gustativa.

Il giornalista Luigi Veronelli, grande conoscitore e cantore del vino italiano, così scriveva al sig. Martino Zanetti:

Avessi io la proprietà di quel vero e proprio cuore viticolo c’ha nome Col Sandago, non avrei dubbio alcuno. Spianterei tutte, ma proprio tutte, le viti di Prosecco, Merlot, Cabernet Sauvignon, quant’altre e lascerei - per una sua mostruosa eccellenza - la vite del Wildbacher”.



Vigneto Giardino “Asciutto” Dry 2021 – Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore Rive di Colbertaldo – Glera 100%– alc. 11% vol.

Adami Spumanti – Colbertaldo di Vidor (TV)

Note di Degustazione

Giallo paglierino, perlage sottile, fitto e persistente. All’olfatto il suo profumo fragrante rimanda alla primavera con l’aroma dei fiori di campo, di biancospino e acacia, poi sentori di frutta a polpa bianca ed erbette aromatiche; nel finale un tocco minerale. All’assaggio il sorso è avvolgente, accompagnato da una viva freschezza. Un vino di buona armonia ed eleganza con doti di lunghezza e fine sapidità.

Abbinamento

Eccellente come aperitivo da accompagnare a finger food di pesce fritto; da provare anche a fine pasto con una crostata di albicocche.

Note Tecniche e Generali

La cantina Adami di Colbertaldo di Vidor nasce nell’anno 1920 con l’acquisizione del Vigneto Giardino, toponimo codificato nell’epoca napoleonica, divenuto emblema dell’azienda. Un terreno calcareo, magro e poco profondo, adagiato sulla roccia madre, che permette di ottenere un vino di ottimo livello qualitativo, “un vino ‘Asciutto’, un vino che raccoglie in sé tutti i pregi dell’area Prosecco”. La storia del Prosecco Superiore Rive di Colbertaldo Asciutto nasce nell’anno 1933 quando Abele Adami, il nonno del sig. Franco, decise di presentare alla mostra mercato dei Vini Tipici d’Italia, il vino ottenuto con le uve del Vigneto Giardino, che venne riconosciuto come il primo “cru” di Valdobbiadene, ottenendo un attestato di merito.

Franco Adami ci ha coinvolto con il racconto ricco ed approfondito del famosissimo vino spumante da uve glera, ottenuto con il metodo Martinotti, prodotto nello straordinario territorio di elezione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, nelle colline patrimonio dell’Unesco. Il vino che viene designato con la menzione “Rive” appartiene alle 43 microzone nei 15 comuni storici della denominazione. Vigneti scoscesi e pendii impervi, che richiedono un lavoro manuale lungo e faticoso da parte dei viticoltori. Ogni “cru” presenta una diversa peculiarità di suolo, esposizione e microclima, vocazione che determina le differenti espressioni gustative della glera legate alla diversità di ogni collina; nel bicchiere ritroviamo così il frutto della fusione tra la vite e la sua zona di produzione.

Il disciplinare che regola la denominazione “Rive” è restrittivo e prevede una ridotta produzione per ettaro, la raccolta delle uve esclusivamente a mano e una vinificazione separata per ogni singolo comune o frazione.

Come scegliere qualità e terroir ed incontrare i buoni vini? Il consiglio di Franco Adami è questo: Prosecco SI, ma da DOVE? Perché è necessario conoscere il territorio ed il produttore e, possibilmente, camminare fra i filari.



Nella prossima puntata, le degustazioni delle altre aziende presenti all’evento.



Antonella Pianca

giovedì 9 febbraio 2023

VINO E DINTORNI: ITALIA DEL GUSTO A GRANDILANGHE 2023

 





Andiamo a scoprire com’è andata la settima edizione della famosa kermesse enologica piemontese

Milano, 8 Febbraio 2023- Il 30 e 31 gennaio u.s, a Torino, nella splendida cornice delle Ogr si è svolta la settima edizione di Grandilanghe, a famosa kermesse enologica volta a promuovere le eccellenze di Langhe, Roero e per la prima volta anche ai Nebbiolo dell’Alto Piemonte (le 8 Doc Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane e le  2 DOCG  Gattinara e Ghemme).

Un banco d’assaggio che ha visto protagoniste circa 240 cantine, pronte a presentare nuove e vecchie annate di vini assolutamente rappresentativi dei loro territori ( per le Langhe, il Barolo 2019 e Barbaresco 2020) ad un notevole flusso di operatori del settore e buyer internazionali (ottima e strategica la scelta di confermare la manifestazione nel capoluogo piemontese).

L’Italia del Gusto ha presenziato anche quest’anno a Grandilanghe, ritenuta rassegna di prim’ordine per la comunicazione e la diffusione di una cultura del vino sana e giusta: il Piemonte con le sue molteplici zone vinicole è infatti parte importante dei progetti d’informazione del Percorso Internazionale Eurovinum, Paesaggi della Vite e del Vino.

 

Gli assaggi dell’Italia del Gusto a Grandilanghe sono iniziati con la zona del Roero:

-veramente interessanti i Roero Arneis Docg Riserva Bric Varomaldo annate 2022 e 2019 dell’Azienda Agricola Generaj Gian Paolo Viglione di Montà (Cn), il Roero Arneis Docg San Michele 2021 e il Riserva Docg San Defendente 2020 di Deltetto di Canale (Cn) e poi il Roero Arneis Docg 2022 e il Riserva Docg Savij 2019 dell’Azienda Agricola Careglio di Baldissero d’Alba (Cn)

-per quanto riguarda il Roero rosso,, molto apprezzati ll Roero Docg Batistin 2019 e il Riserva Docg 2018 della Cantina Mario Costa di Canale (Cn), poi il Roero Docg Bric Nota 2019 di Bajaj di Monteu Roero (Cn) e last but not least, il tris di Roero Riserva Docg S.S. Trinità 2018, Monbeltramo 2017 e Renesio 2011 di Malvirà di Canale.

-Barbaresco: davvero ottimi il Barbaresco Docg Riserva 2015 Basarin e l‘altra Riserva Docg, sempre 2015 San Cristoforo Campo Quadro di Punset, azienda agricola biologica di Neive (Cn) e poi il Barbaresco Docg Rabaja 2020 e la Riserva Docg Rabaja 2016 di Giuseppe Cortese.

-tra i Barolo notevoli ll 2017 Docg e il 2009 Docg della Famiglia Anselma, poi le due riserve di Anselma Giacomo di Serralunga d’Alba, il 2015 Docg Collaretto e il 2014 Docg Vigna Rionda, il Barolo Docg 2019 Riva Rocca e, sempre 2019 il Barolo Docg Sorano di Claudio Alario di Diano d’Alba (Cn), ed infine il Barolo Docg 2019, il Docg 2018 Pichemej e il Docg 2018 Bussia dell’Agricola Marrone di La Morra, azienda agricola di La Morra (Cn), già comunicata dall’Italia del Gusto in altre occasioni.

Inoltre, è stato ritenuto un rosso dalle grosse potenzialità il Langhe Doc Nebbiolo Frac 2021 di Simone Cerruti, piccola e giovane realtà di Castiglione Tinella (Cn)

In alto i calici!


martedì 24 gennaio 2023

Oselladore Caffè: l'Azienda di Rossano Veneto invitata a partecipare alle iniziative dei progetti di Borghi d'Europa

 



Riprende in questi primi giorni di gennaio 2023 il cammino del progetto L'Europa delle scienze e della cultura,
promosso dalla rete Borghi d'Europa, sotto il Patrocinio della IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica).
I Paesi inclusi nel progetto sono: Italia, Croazia, Slovenia, Austria, Svizzera, Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Grecia, Serbia e San Marino.
Le Regioni italiane : Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Marche, Abruzzo, Puglia, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Con Ufficio Stampa: a Milano.
 
Borghi d'Europa promuove da oltre quindici anni una rete di borghi e territori poco conosciuti, al fine di valorizzarne il patrimonio  culturale, ambientale, artistico, enogastronomico, economico e scientifico attraverso progetti ed iniziative finalizzate ad 'informare chi informa'. 
 
Nel viaggio alla ricerca degli inediti del buon e bello vivere, i giornalisti e i comunicatori della rete internazionale
hanno incontrato Oselladore Caffè di Rossano Veneto (Vicenza).
L'Azienda esprime tutti quei valori che Borghi d'Europa vuole scoprire : non solo, infatti le migliori qualità  di caffè crudo, la tostatura e la preparazione delle varie miscele, ma, anche e soprattutto, lo studio e la passione che hanno dato vita a prodotti semplicemente eccellenti.
Oselladore Caffè ha poi saputo ampliare i propri orizzonti, sviluppando il settore dell'omaggistica aziendale, proponendo uno svariato assortimento di confezioni enogastronomiche dove il caffè trova il suo ideale inserimento.
 
Rigorosità nelle scelte ; privilegio dei territori di riferimento ; sostenibilità ed eccellenza, sono certamente i punti
irrinunciabili per l'Azienda di Rossano Veneto, che ha saputo costruire la propria presenza commerciale anche
in molti paesi esteri, contribuendo così a valorizzare l'autentica cultura italiana nella preparazione del caffè espresso.
 
Per tutti questi buoni motivi Borghi d'Europa ha scelto di invitare l'Azienda a partecipare ai Percorsi Internazionali d'informazione.
 

lunedì 16 gennaio 2023

VINO E DINTORNI: LA DEGUSTAZIONE DI ALCUNI VINI DI CECCHETTO NELLE TERRE DEL PIAVE

 

 




L’Italia del Gusto inaugura il 2023 con una chiacchierata con Sara Cecchetto e la successiva degustazione di alcune pregevoli etichette della Cantina di Tezze di Piave

Milano, 12 Gennaio 2023- Nelle Terre del Piave viene coltivata l’uva Raboso ( o Rabbioso per via del suo spiccato carattere), varietà a bacca rossa autoctona locale che dà vini di grande struttura e complessità.

Tra le aziende del territorio vicino al corso del Fiume Piave, in località Tezze, si distingue per la produzione del Raboso in diverse espressioni la Cantina Cecchetto, gestita da Giorgio, coadiuvato dalla moglie Cristina e i figli Marco, Sara e Alberto.

Italia del Gusto ha visitato la Cantina, facendo una chiacchierata con Sara Cecchetto e degustando poi alcune etichette di spessore dell’Azienda.

Va ricordato che l’esperienza vinicola della famiglia Cecchetto ha inizio nel 1985, quando il padre di Giorgio, Sante Cecchetto rilevò il podere dove oggi è situata la sede principale della Cantina e iniziò a coltivare l’uva.

Successivamente Giorgio con grande abilità è riuscito a incrementare la produzione di vini tipici, puntando sulla qualità e sulla sostenibilità.

Sara Cecchetto ha spiegato infatti che l’azienda punta a diventare nel 2026 Climate Positive (trattenere più CO2 delle quantità emesse) e si prodiga con impegno sociale diffondere il concetto di rispetto ambientale del territorio locale in relazione al cambiamento climatico: un percorso iniziato nel 2017 con il conseguimento di due certificazioni di sostenibilità (S.Q.N.P.I. e V.I.V.A.) e la realizzazione del Bilancio di Sostenibilità (anno 2021), dove sono citati tutti gli aspetti dell’attività produttiva che hanno impatto ambientale.

Inoltre, la cantina Cecchetto, che ad oggi conta tre sedi (la principale e storica a Tezze di Piave, poi una a Motta di Livenza  e una a Cornuda) e vanta circa 224 ettari  coltivati, usa solo energia da fonti rinnovabil.

Nella parte degustazione sono state provate quattro diverse etichette:

-Lo Spumante di Raboso Rosato Brut Rosa Bruna 2013 Metodo Classico: sboccato a maggio 2022, il Rosa Bruna è una bolla di grande sapidità e persistenza, che si sposa bene con del pesce al forno oppure ad aperitivo con dei crostini col lardo, ne vengono prodotte solo 5000 bottiglie l’anno.

-L’Incrocio Manzoni Bianco 6.0.13 Igt 2021: bianco fermo giovane ma strutturato, con un naso che è un mix di frutta a polpa bianca e gialla e fiori bianchi e al palato risulta fresco, sapido e armonico; un bianco perfetto con il risotto agli asparagi bianchi.

-Il Merlot della Marca Trevigiana Igt Sante Rosso 2020: dedicato al padre di Giorgio Cecchetto, fa 12 mesi di affinamento in legno, ha un colore rosso rubino e al naso si denota una frutta rossa croccante e una speziatura leggera (chiodi di garofano), mentre al palato è sapido ed equilibrato, ottimo in abbinamento con piatti di terra e salumi.

-Il Raboso del Piave Doc 2019: molto complesso con note di frutta rossa matura e di pepe e cuoio, in bocca risulta abbastanza caldo e avvolgente, un rosso che esalta selvaggina varia e brasati.

Una degustazione altamente territoriale quella fatta da Italia del Gusto con Sara Cecchetto: in  ognuna delle 4 etichette emerge la passione viscerale della famiglia Cecchetto per il proprio territorio,che verrà ancora comunicato, perché è un esempio per attenzione e valorizzazione.

Evviva!

venerdì 16 dicembre 2022

La Via delle Buone Cose - Al Segno, per il nuovo percorso 2023 di Borghi d'Europa

 





I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa si incontrano Al Segno di Fontigo di Sernaglia della Battaglia, per raccontare il percorso d'informazione 2023, che riguarderà La Via delle Buone Cose, l'itinerario ispirato alla storica guida di Luigi Veronelli e ai suoi 'indirizzi di gola'.


L'iniziativa è inserita nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adiatico ionica) ed è la prima di un lkungo viaggio del gusto che coprirà tutto il 2023.


Nicole, Nicolò e Federico sono stati scelti sia per l'eccellenza della proposta cucinaria che per la bontà della pizza, senza se e senza ma.


Il primo incontro si apre con la degustazione della pizza in osteria, seguiranno alcuni piatti

rigorosamente scelti fra il menù del giorno, a conferma di un viaggio che predilige il talento quotidiano, quello che si esprime a misura di consumatore.


A convivio la giornalista, scrittrice e degustatrice Ufficiale A IS, Antonella Pianca , con altri Colleghi  della redazione di Borghi d'Europa Magazine.


I vini proposti spaziano dal Friuli Venezia Giulia (Vosca Vini di Brazzano -GO) al Veneto (azienda agricola Moro Sergio di Farra di Soligo), ambedue soci FIVI (Federazione dei Vignaioli Indipendenti).

mercoledì 7 dicembre 2022




                      


Lago Palù (Valmalenco - Sondrio)

Incastonata nel cuore delle Alpi, al centro della Valtellina, Sondrio è una deliziosa cittadina, famosa per la qualità della vita. E’ splendida, sia per il panorama alpino, sia per il centro, perfettamente conservato con i suoi fabbricati antichi.

In particolare percorrendo il quartiere di Scarpatetti, con le sue case medievali in pietraviva con i ballatoi in legno, si ha l’impressione di vivere in un altro tempo.

Quartiere Scarpatetti (Sondrio)

Ma anche uscendo dalla città si incontrano veri monumenti all’industriosità dei Sondriesi: i terrazzamenti su cui, grazie ad un lavoro che è stato giustamente definito “agricoltura eroica”, nascono meli e soprattutto le uve da cui deriveranno i deliziosi vini, orgoglio del territorio: Sforzato, Valtellina Superiore e Rosso di Valtellina.

Ma non distraiamoci e continuiamo la visita alla città. Il centro storico offre una perfetta armonia tra palazzi storici, suggestivi scorci e botteghe ricche di prodotti tipici. In particolare ammiriamo “Via dei Palazzi”, sul percorso dell’antica Valeriana. Qui è un susseguirsi di antiche case nobiliari con portali barocchi, balconcini in ferro battuto ed androni a volta. Proseguendo fino a giungere a Piazza Quadrivio si incontrano Casa Carbonera (attuale oratorio dell’Angelo Custode), elegante costruzione del XVI secolo che custodisce una splendida scala elicoidale settecentesca.

Qui c’era anche una delle più belle “stue”, risalente al XVI secolo, in legno di cirmolo, ora nella vicina Villa Quadrio.

La stüa rappresentava il cuore della casa tradizionale, tanto di quella povera come di quella nobiliare; era una stanza in cui troneggiava una stufa, generalmente in maiolica
interamente rivestita in legno.


                                                               

                                                                Paolo Sala



Mentre ammiro tutte queste bellezze, incorniciate da panorami splendidi è giunta l’ora di pranzo: mi guardo intorno e vedo un’insegna attraente:”Il Saraceno”.

Capisco subito che allude al Grano Saraceno, protagonista assoluto della gastronomia valtellinese e mi precipito dentro. In effetti ci sono molte confezioni di questo prodotto, ma, accanto ad esse, moltissime offerte di miele, dolci, frutti di bosco, nonché una rassegna della produzione casearia del territorio, in cui naturalmente Bitto e Casera sono protagonisti. Ovviamente non poteva mancare anche una ricca mostra di vini accuratamente selezionati, tra cui Sforzato e Valtellina Superiore (in tutte 5 le sue sottozone) facevano ottima figura ed invitavano all’assaggio.

Mentre ero intento a questa difficile scelta mi ha avvicinato un Signore, che poi ho scoperto trattarsi di Paolo Sala, (titolare del Saraceno, oltre che dell’Azienda Sala Cereali), che si è gentilmente offerto di farmi conoscere la Valtellina ed i suoi tesori enogastronomici.

Non potevo ignorare un’offerta così invitante!

Così è iniziato un excursus…molto gustoso, di cui vi parlerò nei prossimi articoli, dopo un adeguata sosta digestiva. Prosit!

                                          Gianluigi Pagano